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in Condizionatori - condizionatore portatile 4.1 kw dolceclima air pro 14 hp 02029

Colore: biancobianco | Marca: Splendid

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in Condizionatori - condizionatore portatile 3.8 kw dolceclima air pro 13 wifi 02027

Colore: biancobianco | Marca: Splendid

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in Condizionatori - condizionatore portatile 3 kw dolceclima silent 10 wifi 02140

Colore: biancobianco | Marca: Splendid

Condizionatore portatile Splendid 02140 DOLCECLIMA Silent 10 Wi Fi Bian

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in Condizionatori - condizionatore portatile 3.8 kw ulisse 13 dci eco wifi e

Colore: biancogrigiogrigio | Marca: Argoclima

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in Condizionatori - condizionatore portatile 2.34 kw glace 9c mppha 08crn7 qb6 bianco

Cache: 8 MB | Marca: Comfee'

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Condizionatore Monosplit, Multisplit e Portatili

Un condizionatore è generalmente un apparecchio elettrico che necessità di un impianto di scarico e carico dell’acqua e della condensa e pertanto viene montato sul muro e la parte nella stanza il più in alto possibile visto che l’aria calda tende a salire e pertanto si è più efficienti.

CONDIZIONATORI PORTATILI

Quando l’impianto di carico e scarico è fatto attraverso bacinelle o parti rimovibili manualmente, è possibile avere un Condizionatore portatile e libero pertanto di essere spostato da un posto ad un altro, previa possibilità comunque di poter scaricare la condensa e di caricargli l’acqua manualmente di tanto in tanto. Nota bene: leggi o cerca i prodotti PORTATILI che oggi sono in grado di NEBULIZZARE la condensa in ambiente quando usati in modalità DEUMIDIFICATORE per evitare di dover utilizzare un tubo di scarico. Infatti, per un Condizionatore Portatile moderno, IL TUBO DI SCARICO DEVE ESSERE SEMPRE COLLEGATO all’apparecchio: unica eccezione quando si utilizza l’apparecchio in sola Deumidificazione: in questo caso è consigliabile lasciare che l’apparecchio scarichi direttamente in ambiente, per ottenere la massima efficienza

CONDIZIONATORI FISSI

I condizionatori montati a muro si dicono “fissi”. I condizionatori fissi possono essere di due tipologie: “monosplit” e “multisplit” (Split dall’inglese “diviso”). Entrambi si compongono di due parti: una esterna (motocondensante o compressore) ed una interna (evaporatore).
L’evaporatore aspira l’aria dall’ambiente da raffreddare, la deumidifica, la raffredda e la rimette in circolo, mentre il compressore scarica l’aria calda assorbita dall’ambiente verso l’esterno.
La prima tipologia (“monosplit”) è costituita da un’unità esterna ed una interna (split, “divisa” per tanto, e mono, “una sola”) provvista di filtri che contribuiscono a raffreddare l’ambiente. A volte basta solo un piccolo foro nel muro per collegarle, trovandosi sulla stessa parete.
I multisplit sono al contrario dotati di più unità interne al fine di climatizzare spazi più ampi. Si parlerà in questo caso di Dual, Trial o Quadri split, in base al numero di unità interne. Per l’installazione va valutata bene la collocazione, in modo da ridurre al minimo i percorsi dei tubi (lunghezza e curvature) che le collegano. Vengono normalmente utilizzati nel settore commerciale anche se oggi sta crescendo anche il loro consumo residenziale. Al contrario dei negozi, in casa si avrà in funzione un solo condizionatore per volta. La percezione è quella di ridurre lo spazio dell’unità esterna, di poter regolare la temperatura di ogni camera e di poter dunque risparmiare sul consumo energetico, ottimizzando invece il raffreddamento delle stanze che desideriamo.

Va considerato che un Monosplit ha spesso dimensioni dell’unità esterna non più piccole di due separate. Inoltre, nel momento in cui si ha solo uno split acceso, la motocondensante (quella esterna), pur riducendo il proprio assorbimento elettrico a causa del raggiungimento della temperatura impostata, assorbirà comunque più di un’unità esterna di un monosplit. Altro fattore da considerare è l’aumento di rumorosità nel caso dei multisplit. Indubbia è in ogni caso la comodità di poter regolare indipendentemente la temperatura dei vari locali e di avere aria fresca in tutte le stanze. Lungi dallo scoraggiarvi dall’acquisto dei mutisplit, vi consigliamo di leggere attentamente le tabelle comparative per valutare gli effettivi consumi delle diverse tipologie.

Motori a “Tecnologia On/Off” e “Inverter DC”

I condizionatori monosplit o multisplit si basano su tecnologia tradizionale “on/off” oppure “Inverter”.

  • MOTORE ON/OFF – Quella tradizionale Motore On/off consiste nel far raggiungere subito la massima potenza, per poi spegnersi arrivati alla temperatura desiderata.
  • MOTORE INVERTER – La tecnologia Motore Inverter invece è “modulante”, ovvero il condizionatore rimane acceso costantemente, ma calibrando la potenza in base alla temperatura della stanza. Una volta raggiunta la temperatura impostata, la mantiene costante, evitando quindi i continui attacca e stacca del motore degli on/off: è dotato, infatti, di un microprocessore che aumentando o diminuendo il regime di rotazione del compressore permette la modulazione della potenza erogata dalla macchina, in maniera proporzionale alla effettiva richiesta di freddo o caldo.

Verrebbe da pensare che questi ultimi apparecchi, rimanendo sempre accesi, consumino di più, ma è proprio il contrario. Lo sforzo del motore degli on/off, e il loro ripetuto accendersi e spegnersi, richiede un consumo energetico molto più elevato di un consumo continuo, ma che utilizza solo l’energia necessaria. Il risparmio energetico raggiunge anche il 30% rispetto ai condizionatori tradizionali. Da qui la spiegazione del perché gli Inverter sono sempre più richiesti e le case produttrici investono molto nel loro sviluppo.

Il condizionatore on/off è preferibile per gli ambienti dove la permanenza è breve, per cui, quindi, il risparmio dell’Inverter non inciderebbe molto. Il costo dell’apparecchio Inverter è sicuramente più alto, ma permette risparmi consistenti nel lungo periodo. È consigliato pertanto per ambienti grandi o molto popolati, dove quindi rimane acceso a lungo durante la giornata.

Aspetto energetico e Potenza Watt

Per legge, anche i climatizzatori, come tutti gli elettrodomestici, devono essere dotati di un’etichetta energetica che riporti tutti i dati relativi ai consumi dell’apparecchio. Sull’etichetta dei climatizzatori, in particolare, possiamo leggere:

la potenza assorbita dal climatizzatore a regime (un Inverter lavora a potenze ridotte, ma deve essere indicato il consumo a max potenza) per il raffreddamento e per il riscaldamento, espressa in watt; la potenza resa dal climatizzatore per il raffreddamento e per il riscaldamento, espressa in BTU (British Thermal Unit); la classe di efficienza energetica per il raffreddamento e per il riscaldamento, espressa in lettere dalla A (migliore) alla G (peggiore), dal consumo energetico più basso, quindi migliore; la capacità di deumidificazione, che indica la quantità di aria che viene deumidificata in un’ora, espressa in litri; la rumorosità, espressa in decibel. Uno dei dati importanti da considerare nella scelta del condizionatore è la quantità di energia consumata, che incide molto sulla bolletta e che conduce spesso a preferire l’acquisto di un ventilatore, meno efficace, ma molto meno costoso.

Prima di installarlo verificare se sono sufficienti i 3 KW disponibili per l’utenza residenziale o se è necessario ricorrere ad un potenziamento fino a 6 KW, cosa che comporta ovviamente la richiesta alla propria compagnia di fornitura elettrica.

Le nuove tecnologie sviluppate permettono una riduzione dei consumi sostanziali

Oltre alla classe di appartenenza, i vari modelli sono dotati infatti di sistemi elettronici sensibili alle diverse situazioni, per cui adattano la potenza al cambiamento della temperatura esterna, alla differenza tra giorno e notte, ecc …

In generale, per ridurre ulteriormente i consumi vi consigliamo di effettuare periodicamente la manutenzione e di adottare alcuni piccoli comportamenti:

  • utilizzare il condizionatore solo in casi di effettiva necessità
  • posizionare l’apparecchio in zone non soleggiate;
  • evitare la dispersione del fresco tenendo chiuse porte e finestre;
  • evitare la forte escursione termica tra esterno ed interno;
  • controllare che i filtri siano puliti, in caso contrario lavarli o sostituirli.

Capacità BTU/H

La capacità BTU è la potenza di raffreddamento del condizionatore espressa in BTU all’ora.

SIGNIFICATO DI BTU

Il termine BTU sta per British Thermal Unit (3,413 BTU corrispondono a 1 Watt). È facile comprendere che più alto è il valore BTU/h, più il condizionatore è potente. Nella scelta del frigorifero dunque questo elemento è di fondamentale importanza: il condizionatore infatti ha come fine quello di raffreddare l’ambiente. Tuttavia il condizionatore più potente non si adatta a tutti i tipi di ambiente.

Per scegliere la potenza corretta per il vostro locale, è determinante calcolare la superficie da raffreddare e confrontare i valori. Normalmente, per una stanza di:

  • mq 20 – sono necessari 6.000/8.000 BTU/h,
  • mq 30 – 9.000/10.000 BTU/h,
  • mq 40 – 11.000/15.000 BTU/h,
  • mq 55 – oltre 15.000 BTU/h.
Questi valori vengono calcolati per altezze medie di soffitto, se quest’ultimo invece è molto più alto bisogna calcolare un 10% in più poiché l’area è maggiore. Inoltre considerate una fatica maggiore a raffreddare se:

  • le finestre sono tante;
  • se la parete è esposta al sole;
  • se siete sotto al tetto, tipo una mansarda.
Diventa dispendioso o inutile acquistare un condizionare più o meno potente rispetto alla reale esigenza.

Se la stanza infatti è piccola, un apparecchio con elevato BTU lavorerà comunque in maniera potenziata, utilizzando più energia di quella richiesta effettivamente, e raggiungerà molto più in fretta la temperatura desiderata rendendo impossibile una corretta deumidificazione dell’ambiente. Al contrario, se si risparmia sui BTU per raffreddare una camera molto grande il condizionatore dovrà lavorare continuamente impiegando molta energia. Il consiglio è di non risparmiare sul prezzo di vendita dell’elettrodomestico, ma di essere lungimiranti e di prevedere la spesa energetica nel lungo periodo, valutando il rapporto costi/benefici.

Si raccomanda di non installare il condizionatore vicino ad una finestra esposta a grandi quantità di sole: questo ridurrebbe l’efficienza dell’apparecchio.

Rumorosità — Non più di circa 40/45 decibel (dB) Come tutti gli apparecchi elettrici, anche il condizionatore emette rumori.

DECIBEL – La rumorosità del modello è indicata sull’etichetta del prodotto esposto, viene espressa in decibel (dB), e consiste nel livello acustico del condizionatore, da non confondere con la pressione sonora che deriva dalla posizione dell’apparecchio.

Ogni 3 decibel si ha un aumento di percezione del suono del 50%.

Un tempo i condizionatori erano famosi per l’alto livello di rumorosità, ma grazie alle nuove tecnologie si è riusciti ad abbassare significativamente l’inquinamento acustico, producendo modelli che emettono addirittura meno di 40 decibel all’esterno.

Questa caratteristica degli elettrodomestici ha fatto nascere specifiche normative. Attualmente, per legge, la rumorosità non deve superare i 40/45 decibel di giorno, e i 30/40 di notte.

Tenete conto che un Condizionatore Portatile è più rumoroso di uno Fisso, fino a 50 dB, ovvero come se qualcuno vi parlasse continuamente tutto il tempo a voce sostenuta (a 130dB il timpano fa male e si può rompere, un Jet che parte molto vicino fa circa 120dB, una banda rock anche 100dB, un ufficio rumoroso è pari a circa 60dB, l’aspirapolvere a 70dB).

È uno dei fattori che crea maggiori scontri a livello condominiale. Il disturbo arrecato può diventare discussioni e le lamentele dei vicini, se portate agli estremi, possono tramutarsi in pesanti sanzioni giuridiche nei vostri confronti.

La rumorosità deriva dal semplice funzionamento dell’elettrodomestico, e in tal senso i portatili sono i meno silenziosi, ma anche dalla cattiva manutenzione: a causa del deposito di polvere, batteri e della formazione di muffe e funghi nei filtri. Se, infatti, questi ultimi sono eccessivamente intasati possono frenare la circolazione dell’aria ed aumentare la rumorosità dell’impianto.

Infine tenete conto che il Compressore esterno può congelare d’inverno e una volta accesso può far sciogliere di colpo tutto il ghiaccio generando una caduta d’acqua da non confondere con una “rottura”. E’ normale e dà fastidio solo ai condòmini sottostanti.

Tipi di filtri

FILTRI ANTIPOLVERE – Trattengono le impurità di dimensioni maggiori, come la polvere e le particelle solide in generale (ad es. fibre tessili e peli animali). E’ necessario pulire e sostituire questi filtri periodicamente.

FILTRI ELETTROSTATICI – Filtri meccanici costituiti da lamine caricate alternativamente con cariche positive e negative, che attirano e trattengono come una calamita la polvere in sospensione e gli allergeni. Sono lavabili e non vanno sostituiti.

FILTRI AI CARBONI ATTIVI – Pannelli porosi che assorbono le molecole organiche provenienti dal corpo umano e da altri organismi presenti nell’ambiente. Hanno la funzione di eliminare i cattivi odori. Non sono lavabili e hanno una durata illimitata.

FILTRI FOTOCATALITICI – Speciali filtri che eliminano gli odori e purificano l’aria. Non vanno sostituiti in quanto rigeneranti con l’esposizione alla luce.

FILTRI AL PLASMA O AL NEOPLASMA – Sono filtri di ultima generazione, con tecnologie avanzate. Purificano e deodorano l’aria e sono particolarmente indicati per chi soffre di allergie o asma. Sono riutilizzabili più volte: eseguendo periodicamente una semplice operazione di pulizia, mantengono una elevata efficienza filtrante.

Filtri: sono tutti lavabili facilmente? Qual è il grado di usura? — la frequenza di cambio dei filtri è indicata nel libretto di uso e manutenzione del climatizzatore –, potete trovarli facilmente in commercio?

Al fine di svolgere correttamente il proprio lavoro, il condizionatore è dotato di filtri d’aria.

Come tutti gli strumenti, anche i filtri sono soggetti a usura e necessitano il ricambio.

I filtri, infatti, catturano polvere, virus e batteri, trattenendoli finchè il condizionatore è in uso. In questo caso tali impurità rimangono imprigionate dal freddo che si crea all’interno, ma appena l’apparecchio viene spento esse si “riscaldano” e vengono liberate e spinte all’esterno nel momento in cui riprende il funzionamento.

Nei momenti di standby, la possibilità del depositarsi di polveri e del formarsi di muffe, funghi e batteri è molto alta, comportando rischi per il corretto funzionamento del condizionatore, ma anche per la salute delle persone che vivono in quell’ambiente: infatti, se i filtri sono eccessivamente intasati possono frenare la circolazione dell’aria ed aumentare la rumorosità dell’impianto oltre che essere pericolose per la respirazione. È per questo motivo che si rende necessaria una sostituzione periodica dei filtri. Ogni libretto di manutenzione riporta la periodicità, legata anche all’utilizzo dell’apparecchio.

Il prefiltro, lo strato di materiale plastico che trovate appena aperto il condizionatore, va lavato sistematicamente, mentre i filtri retrostanti vanno sostituiti, preferibilmente una volta a stagione. In successione, si trovano il filtro antibatterico e quello elettrostatico a carboni attivi, ormai diffuso tra la maggior parte dei modelli. Il primo si occupa principalmente di contrastare la presenza di virus, batteri, mentre il secondo sfrutta la presenza di un filtro ripiegato e di un reticolo ai carboni attivi per caricare elettrostaticamente le particelle contenute nel flusso d’aria.

Esistono inoltre filtri particolari come quello fotocatalitico che rimuove polvere e odori e previene funghi e muffe e l’HEPA (High Efficiency Particulate Air), composto da microfibre di cellulosa, il quale può essere utilizzato in alternativa a quello elettrostatico. Si consiglia inoltre di lavare questi ultimi con getto d’aria o con acqua, salvo poi asciugare molto bene, ogni due settimane, specialmente se lo split si trova in una zona dove è presente molta polvere. Un buon filtraggio permette anche di fermare i cattivi odori e il fumo delle sigarette.

Le istruzioni si trovano sempre nel libretto di manutenzione, ma molti modelli riportano tali informazioni anche sul retro dello split. Non spaventatevi, si tratta di un’operazione molto semplice, che non richiede l’intervento di un tecnico! Nel momento dell’acquisto scegliete condizionatori dotati di filtri facilmente lavabili e reperibili in commercio, meglio se sostituibili con filtri universali che potete acquistare ovunque. Consegna e installazione. Una volta scelto il modello di condizionatore bisogna installarlo. Il periodo dell’anno più indicato è quello tra settembre e aprile, quando cioè non se ne sente particolarmente il bisogno, ma può offrire la possibilità di particolari sconti e non vi farà trovare impreparati all’arrivo improvviso del caldo.

Prima di procedere all’installazione è necessaria una valutazione della collocazione, da fare tramite la consulenza del tecnico esperto che verrà a consegnare e/o installare l’apparecchio. Innanzitutto evitate l’esposizione al sole delle unità e la vicinanza a fonti di calore quali possono essere altri elettrodomestici. Per l’installazione sono richieste opere murarie per la foratura dei muri al fine di far passare i tubi di collegamento tra unità interna ed esterna; in alcuni casi è possibile montare delle canaline in plastica per evitare di intaccare le pareti. Ovviamente l’impianto monosplit è di più facile montaggio rispetto ai multisplit che possono richiedere anche alcuni giorni. In secondo luogo accertatevi che i tubi di collegamento non vengano piegati o schiacciati per facilitare la circolazione d’aria senza impedimenti. Il condizionatore spesso richiede una disponibilità di energia superiore ai 3 KW tipici delle utenze domestiche, per cui è necessario chiedere il potenziamento del sistema, generalmente fino ai 6 KW. Al termine dell’installazione di un impianto, il tecnico specializzato deve rilasciare la dichiarazione di conformità dell’impianto stesso. Il costo della consegna e installazione non è generalmente compreso nel prezzo e può consistere in un 20-30% dell’importo. Alcuni negozi propongono estensioni di garanzia, oltre i due anni previsti per legge, e altri servizi aggiuntivi, come l’installazione e altre manutenzioni ordinarie, aggiungendo una certa somma al prezzo del prodotto.

La garanzia IMQ. (Istituto Marchio Qualità) è una certificazione rilasciata da un Istituto indipendente, riconosciuto dagli organismi statali e dichiara che il prodotto risponde a tutti i requisiti richiesti dalla normativa italiana vigente.

IMQ è una società italiana nata nel 1951 che si pone come realtà di riferimento nel settore della valutazione e della conformità. Si occupa quindi di verificare e certificare l’idoneità di molti prodotti, la loro non pericolosità e il loro rispetto nei confronti di norme in materia di ambiente e salute, sottoponendoli a rigorosi controlli, che continuano anche dopo l’immissione sul mercato, al fine di assicurare al consumatore finale un acquisto sicuro e privo di difetti. Tali ispezioni vengono svolte da tecnici al di sopra delle parti, che utilizzano i più perfezionati strumenti di indagine e che sono, quindi, in grado di esprimere giudizi scientificamente fondati e imparziali. L’uso del marchio IMQ è quindi sinonimo di garanzia, sicurezza e affidabilità. La marcatura IMQ, riconosciuta comunque anche all’estero, non è obbligatoria per legge, ma la sua presenza è fondamentale per la certificazione del prodotto. La conformità rilasciata da IMQ ai condizionatori acquista dunque molta importanza nella scelta del modello. Oltre alle ispezioni effettuate dai tecnici, l’istituto raccomanda alcune indicazioni per un una buona scelta dell’apparecchio:

scegliere un condizionatore a bassi consumi energetici; preferire i modelli dotati di temporizzatore elettronico, che permette di attivare il condizionatore ad orari stabiliti, senza inutili sprechi; lasciare un po’ di spazio attorno all’apparecchio per facilitare la circolazione d’aria; utilizzare il condizionatore solo le ore necessarie per rinfrescare la casa; non tenere aperte le finestre mentre il condizionatore è in funzione; non esporre le unità del condizionatore alla luce solare o a fonti di calore; pulire periodicamente i filtri.

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